Vacanze Natura Campania "Il Castagno"

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Informazioni generali: Dell'antica civiltà artistica della Campania restano testimonianze numerose e di interesse archeologico unico, grazie anche e soprattutto all'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che seppellì, permettendone quindi la conservazione in stato di buona integrità, i grandi centri di Ercolano e di Pompei. Il susseguirsi e il confluire degli influssi stilistici nel territorio campano riflettono naturalmente l'avvicendarsi delle dominazioni e delle colonizzazioni, dall'etrusca alla greca e infine alla romana. Oltre che dai centri citati, i resti monumentali più cospicui dell'arte classica in Campania sono rappresentati dal grandioso complesso templare di Paestum; ma numerose sono le testimonianze ovunque (Napoli, Capua, Cuma, Stabia, Baia, ecc. per le quali si veda alle singole voci). Di grande interesse infine è la produzione pittorica, che nella ceramica presenta una categoria vascolare propria classificata come dei vasi campani (v. CAMPANO) e nella pittura parietale ha lasciato i preziosi complessi di Ercolano e, soprattutto, di Pompei.

Fra le testimonianze superstiti dell'arte in Campania nei primi secoli dell'era cristiana, si trovano i mosaici della basilica di San Felice a Cimitile e della cappella di Santa Matrona a San Prisco, che variamente riflettono le tradizioni ellenistiche locali, e quelli, più nobili, del battistero napoletano di San Giovanni in Fonte. Nel periodo altomedievale, documento insigne d'arte sono i dipinti murali decoranti il piccolo oratorio dell'abate Epifanio (IX sec.) a San Vincenzo al Volturno nel Molise, opera di un singolare artista che elaborò, su un essenziale substrato romano, suggestioni carolinge e reminiscenze bizantine. Pure quasi tutta la grande pittura campana dei secc. XI -XIII si ispirò al ciclo della grotta di Calvi, più povero spiritualmente ma più ricco di colore: l'arte fu favorita dalla prosperità dei municipi, dall'unità politica della regione, dalla ricostituzione dell'ordine benedettino. Desiderio, abate di Montecassino, fece costruire la nuova basilica (distrutta nel 1944); egli chiamò a Cassino artisti lombardi e amalfitani, radunò colonne e capitelli antichi scolpiti, cercò preziosi smalti bizantini, fondò una scuola di miniatori e calligrafi. Contemporaneamente, a Salerno, maestranze laiche accoglievano moduli decorativi siculo-musulmani: dall'equilibrarsi delle diverse tendenze nacque la grande architettura campana dei secc. XII e XIII. Nonostante la presenza di arcate di tipo bizantino e di archeggiature acute e intrecciate di derivazione musulmana, Sant'Angelo in Formis presso Capua e le cattedrali di Capua, Salerno, Caserta Vecchia si ispirarono al modello cassinese e alla classica armonia dei suoi colonnati. Nel XIIIsec. i motivi di decorazione siculo-musulmani finirono per prevalere, ripresi con la loro policromia nelle armoniche proporzioni e negli intrecci di absidi, cupole, chiostri, mentre i marmorari operanti nell'interno delle chiese imitavano esempi classici, come negli amboni di Salerno, di Sessa e di Caserta Vecchia. Più sensibile a influssi bizantini, la pittura di quest'epoca trovò le sue affermazioni più significative sulle pareti della chiesa di Sant'Angelo in Formis (XI sec.) e in alcuni codici miniati benedettini dei secc. XI -XII. Nei primi decenni del Trecento, chiamati dagli Angioini, furono attivi a Napoli Pietro Cavallini e Simone Martini, i cui esempi influenzarono la pittura di tutto il secolo: si ricorda il bellissimo ciclo cavalliniano in Santa Maria Donna Regina.

Nel nuovo clima di fervore artistico creatosi nel XV sec. alla corte di Alfonso d'Aragona, fu ricostruito il Castel Nuovo con il classicheggiante arco di trionfo, si formarono importanti collezioni di dipinti e di arazzi, fiorì l'attività dei miniatori nella Biblioteca reale, si intensificarono i traffici artistici con la Spagna e con le Fiandre: esponente di questo singolare momento dell'arte campana fu il pittore Colantonio. Nel XVIsec., piuttosto povero, emerge la personalità di Pedro Roviale di Estremadura, che decorò estrosamente, con gusto manieristico, la cappella della Pietà nella Sommaria. Il XVII sec., nel quale dominò la personalità del Caravaggio, coincise con la grande fioritura della pittura napoletana: Battistello Caracciolo, Massimo Stanzione, Bernardo Cavallino, Mattia Preti, Luca Giordano, Salvator Rosa furono i massimi rappresentanti della spiritualità e della cultura locale. Notevoli sono anche i creatori di nature morte: Porpora, Ruoppolo, Recco.

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